Dalla "A" alla "PP" lo spumeggiante "Alfabeto" di un maestro della scena, Paolo Poli
Servizio di Maddalena
Caccavale Menza

Raramente fioriscono
geni della scena come Paolo Poli e, quando succede, non solo è doveroso
apprezzare questa fortuna che come spettatori riceviamo, ma anche diffondere il
più possibile il germe di genialità, sia
pure per contagio. Così risulta necessario il libro curato da Luca Scarlini
(Ed. Einaudi 2013) che è stato ideato come una sorta di dizionario – da qui il
titolo ALFABETO POLI - dove compaiono le
voci più significative del pensiero dell´artista toscano, ricavate dalle
interviste da lui rilasciate nel corso degli anni. Dalla "a" di
"aggettivi" alla "z" di "Zeffirelli", nasce il
ritratto di un protagonista dello spettacolo italiano, e si aprono squarci
insoliti su una storia del teatro che è vista da angolazioni ironiche.
Poli ha solcato la
scena per oltre cinquant´anni, ma non si è limitato a interpretare
personaggi desunti da altri. Al
contrario, ha imposto il proprio stile, la personalità, l´eleganza in un Paese
dov´è difficile trovare simili virtù, senza cadere nel vittimismo e nel
compiacimento di chi si sente tanto "incompreso" (non gli piacciono più di tanto neppure le
associazioni gay). Poli è riuscito a dare un forte segnale della propria arte
attraversando con passo leggero un periodo lungo della nostra storia. Fui
colpita molto da quanto dichiarato nel corso di un´intervista che mi concesse:
gli chiedevo un parere sul ruolo che la censura ha rappresentato nel suo mondo
e sugli ostacoli che ha incontrato a causa di essa; basti ricordare lo
spettacolo censurato su Santa Rita da Cascia, o l´epurazione dalla televisione
perché omosessuale. E Poli mi rispose:
"Solo le galline e i cani si ostinano a battere sempre sullo stesso
punto del cancello, senza capire la realtà. Le scimmie aggirano l´ostacolo
trovando un punto meno battuto da dove passare". Ecco, per lui è stato
così, ha fatto sempre quello che ha voluto. "Alfabeto" è veramente un
libro interessante dove ci si può immergere nel mondo della scena italiana
attraverso lo sguardo impietoso e divertito di un protagonista; un artista che
è ancora più grande perché ha anche saputo non prendersi troppo sul serio,
"Fidanzato con i libri" (è un uomo coltissimo), Poli parla di
Pasolini, del Signora Bonaventura, di Franca Valeri, Federico Fellini e Milena
Vukotic con la stessa leggerezza e ironia con cui parla di sé quando confessa
di "non essere tanto omosessuale da amare se stesso". In quarta di
copertina si legge - ed è vero - che questo è l´alfabeto di chi non ha mai
avuto paura di stare al mondo. Selezionando centinaia d´interviste cartacee,
televisive e radiofoniche, Scarlini è riuscito a "costruire un sillabario
poetico e brillante" in cui il pensiero di Poli si esplicita sempre,
spumeggiante e intelligente, "sul filo dell´ironia e del
paradosso".
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