CAMURRIA Homo Scrivens Edizioni
Arnolfo Petri dalle scene al romanzo
Servizio di Sergio Saggese
Servizio di Sergio Saggese
Il titolo di un
romanzo, se azzeccato, assume il ruolo di una guida che attende sulla soglia di
un viaggio letterario. Una volta appreso che Camurrìa non significava camorra,
bensì disagio, ho compreso d´aver trovato la mia. Nel dizionario
siciliano-italiano la parola Camurrìa è stretta tra le parole Camùrra e
Camurrìsta, e ho pensato ai tanti dissidenti incompresi fatti passare per
disadattati. Condizione simile a quella dei due protagonisti del libro di
Petri, Totore e Marcello – imprigionati nella cella del carcere di Secondigliano
– incolpati di reati che persino la mala società carceraria taccia d´infamia.
Salvatore De Crescenzo, detto Totore, è accusato d´aver ammazzato un prete,
mentre Marcello di adescamento minorile. Ciò che li tiene reclusi non è
soltanto il cemento delle mura, ma un amalgama di finzione e realtà
solidificatosi nella morsa della loro esistenza. Totore e Marcello sono due
maschere pirandelliane per le quali il problema è più quello della verità che
della realtà. Soffrono e farneticano perché manca in loro un assetto alla vita.
Due grandi mentitori, che per superare il conflitto tra l´apparenza e il reale
si sono chiusi ancor prima di essere internati in carcere. Si può leggere in
essi la tragedia dell´emarginazione umana in un alternarsi conscio di finzioni.
Parallelo al tema dell´identità, in questo bel romanzo, quello infatti del
contrasto tra essere e apparire. Ma Camurrìa è anche la storia di un´amicizia
salvifica, dalla quale giunge come insegnamento il fatto che così come,
nonostante la costrizione della cella, possa riuscire a nascere tra i due
detenuti il dialogo, c´è speranza che possa nascere tra camùrre e camurrìsti il
seme di un ravvedimento. Uomini soli, Totore e Marcello. Ma il muro della loro
solitudine cadrà quando finalmente si apriranno l´uno all´altro e
comprenderanno che ogni esistenza al mondo può essere il motivo di un´altra
esistenza. Ad abbatterlo quel muro riuscirà la tenerezza. Lo farà al punto tale
che carezzando il compagno di cella sarà, alla fine, sia per Totore che per
Marcello, come carezzare il proprio dolore. Homo Scrivens Edizioni.
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